Martellando antichi Sampietrini coi tacchi Intravedo tra la nebbia Umida il rossore delle Paglie accese mescolarsi Al chiaro di luna. Nelle Conce ricolme di verde In cui scorre acqua limacciosa Eccomi entrare lì, nell'Inferno Luminoso delle anime stanche. Una di loro mi si avvicina E a gran voce la chiamo: Come va la vita? E lei: Come vuoi che proceda Questa lenta agonia? Le spine trafiggono il mio cranio E sputano solo un denso E nero pantano di lacrime Sangue e vita consumata
***
Sulla strada del ritorno Faccio una scelta azzardata E tra le due strade Prendo quella sbagliata Girovagando per un lungo e stretto Sentiero di nebbia e silenzio Incontro anime in coro Di loro non saprò mai nulla *** All'improvviso un gemito Singhiozzante svolta la destra Una nera e triste figura Dal volto coperto che arranca "Non sono mai stato Tanto attaccato alla vita" Con passi decisi ma Traditi dal canto Mi allontano di fretta Dal campo Ed è lì che il caso si Fa risentire, un'altra Anima mi fa incontrare E con questa mi fermo a parlare
Ma una mano mi tocca la spalla E mi chiama per nome Eri tu
Immagine: John Atkinson Grimshaw, The Lady of Shalott, 1878. Fonte: Wikimedia Commons; public domain.